Rinascere con la bella architettura: il quartiere dell’Eur a Roma

Torri-Ligini Eur quartiere di Roma

Per anni l’Eur quartiere di Roma, uno dei quartieri più famosi della Capitale è rimasto in uno stato di semi abbandono. Svariate vicende economiche e politiche hanno dapprima svuotato e poi dimenticato una fetta importante del quartiere dell’Eur. Il quartiere era già famoso per le architetture razionaliste di epoca fascista. Negli anni ’60 poi, in occasione delle Olimpiadi di Roma, l’?’Eur è stato trasformato in un quartiere residenziale con larghe aree a destinazione direzionale.

A cavallo fra i due millenni però, con l’affacciarsi della crisi economica, ma anche e soprattutto a causa di scelte frettolose e poco ragionate da parte delle amministrazioni che si sono susseguite negli ultimi venti anni, una buona parte degli storici palazzi di uffici dell’Eur sono stati abbandonati e dismessi. Ogni tanto una promessa, una iniziativa di facciata e poi il silenzio. Così nella stessa area dove è sorta la tanto acclamata Nuvola di Fuksas, sono state svuotate e letteralmente spellate le famose Torri dell’architetto Ligini che ospitavano il Ministero delle Finanze. I loro scheletri esposti alle intemperie per anni sono stati ribattezzati dai romani ‘Beirut’.

L’Eur è stato sempre un quartiere di notevole fascino, sospeso fra il metafisico, il green minimal giapponese e la verticalità newyorchese. Un quartiere di sperimentazione, nato in un’epoca di grandi sogni e grandi speranze, in una fase di mutamenti e trasformazioni importanti nella quale non senza difficoltà e polemiche si è però osato progettare e fare architettura.

Ed è nuovamente con la scelta di una architettura di qualità che ora l’Eur sta uscendo dalla sua fase depressiva.

Le Torri Ligini – ex Finanze

Le ex torri del Ministero delle Finanze, realizzate alla fine degli anni ’50 su progetto dell’architetto Cesare Ligini, tornano a nuova vita grazie alla radicale ristrutturazione progettata dallo Studio Wok.

Il nuovo progetto per le Torri Ligini prevede una nuova ‘pelle’, una nuova facciata, tridimensionale, movimentata, e utile a svolgere una funzione climatizzatrice che renda i nuovi immobili decisamente più sostenibili dei precedenti. La vegetazione è protagonista, negli spazi orizzontali e nelle nicchie verticali, ad incarnare una nuova idea di natura e urbanità.

Mentre scriviamo i lavori sono a buon punto, ed è già possibile apprezzare la nuova veste, chiara, luminosa e leggera.

Sembra oramai evidente che nel giro di pochi mesi quella metà della iconica Viale Europa, travagliatissima dal cantiere della Nuvola, durato più di un decennio, e dall’abbandono delle Finanze, sarà finalmente rigenerato pronto a rivestire il ruolo di centro direzionale che le apprtiene già dalla seconda metà del secolo scorso.

Il Tupini Lake building all’Eur quartiere di Roma

Nel frattempo un altro importante progetto sta interessando la vecchia sede della Banca di Roma posta ad una delle estremità del Laghetto. Tralasciando i vari passaggi di proprietà e destinazione dell’immobile, anche qui, dopo anni di abbandono e degrado, una radicale ristrutturazione e una nuova facciata faranno da sfondo al parco del Laghetto dell’Eur e alla suggestiva passeggiata giapponese.

Qui la mano sarà quella di un altro studio di architettura romano già noto per la progettazione delle fermate della Metro A e B, e con alle spalle importanti progettazioni e ristrutturazioni sempre all’Eur lo Studio Transit.

Qui i dettagli del progetto>>

Affacciato sul laghetto dell’EUR, Tupini Lake Building si configura come il nuovo volto del workspace : un intervento di rigenerazione che vuole essere un benchmark contemporaneo dell’intero quartiere.
Uno degli aspetti più significativi del progetto è la relazione con il contesto, che viene declinato e reinterpretato nella progettazione delle facciate, così come in quella degli spazi interni.
Il design del prospetto principale è caratterizzato da una struttura modulare che gioca sull’alternanza dinamica e randomica di elementi vetrati (trasparenti e fissi) ed elementi colorati (ciechi e apribili) : i primi sono messi in dialogo con l’esterno attraverso infissi vetrati a tutta altezza, mentre i secondi dialogano con la storia, richiamando i cromatismi tipici dell’intorno urbano.

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